Monselice li 27 Giugno 1945 COMITATO LIBERAZIONE NAZIONALE MONSELICE Il sottoscritto Temporin Cesare fu Angelo residente in Monselice – via M. Carboni 30 – porta a conoscenza di questo Comitato di Liberazione Nazionale quanto segue: Nela notte del 18 ottobre 1944, sulle ore 3 (tre) circa, veniva violentemente bussato alla porta dell’abitazione del sottoscritto. Affacciatasi alla finestra la moglie del sottoscritto per chiedere chi era, una voce di persona che non poteva riconoscere data l’oscurità della notte, intimava alla medesima di aprire immediatamente trattandosi della polizia segreta della G.N.R. – A tale intimazione la moglie dello scrivente scendeva ad aprire e si trovava non appena aperto, immediatamente a contatto con più individui tutti armati di fucili e fucili mitragliatori, che entrarono e tosto il capo dei medesimi, riconosciuto poi per il brigadiere della G.N.R. Rinaldi Antonio, mentre altri stavano di guardia attorno alla casa, imponeva alla stessa, dopo averle rivolte le domande: come si chiamasse il capo famiglia, quanti erano i componenti e se si trovava in casa il figlio Temporin Angelberto, di accompagnarlo sopra presso tutti i famigliari. Avuti il predetto brigadiere alla sua presenza il sottoscritto ed il figlio Angelberto della classe 1921, richiedeva ad entrambi la consegna della carta d’identità, trattenendo poi solo quella riguardante il figlio dello scrivente. Dopo di che fatti entrare lo scrivente, la moglie ed il figlio, scortati da tre armati nella stanza da letto del figliuolo, con voce minacciosa sotto pena di venire immediatamente fucilati ci imponeva la consegna delle armi. Alla risposta negativa data dal sottoscritto di non detenere alcuna arma, ordinava, sempre con tono minaccio, fosse eseguita la perquisizione nelle stanze, che naturalmente ebbe a dare esito negativo. Fatta sospendere pertanto la perquisizione, dichiarava in arresto il figlio, senza comunicarcene il movente, traducendolo immediatamente ala caserma. Nel contempo lo stesso brigadiere Rinaldi requisiva anche l’apparecchio radio dello scrivente, adducendo trovarsi il medesimo ancora sul punto di: “Radio Londra”; apparecchio che mandava poi a ritirare due giorni dopo. Il figlio dello scrivente, che ci fu poi riferito in caserma della cessata G.N.R. trattarsi di iscritto alla Brigata Garibaldi come partigiano, veniva tradotto in giornata alla casa pena di Padova, rimanendovi fino al 1 dicembre 1944, nella qual data fu deportato in Germania, da dove non si ebbe mai alcuna notizia e da dove non ha ancora fatto ritorno. Per quanto sopra esposto, e per il comportamento sempre minaccioso tenuto dal suddetto brigadiere nei confronti dei famigliari, ma in modo particolare nei confronti del figlio Temporin Angelberto, che lo tacciò con titoli inenarrabili, il sottoscritto denuncia a questo Comitato di Liberazione Nazionale il brigadiere Rinaldi Antonio, il solo riconosciuto fra tutti, in quella fatale notte del 18/10/1944. Con ossequio.