Archivio di Stato di Padova, Corte d’Assise Straordinaria, b. 869, fasc. sentenza n. 459 su Rinaldi Antonio, foglio 8

Monselice 28-6-45 Denuncia d’imputazione Io scritta Bottaro Leonida sorella del Garibaldino Bottaro Leonida denuncio la notte dell’18 ottobre 1944 alle ore 4 sono venuti arrestare mio frattelo era i sottoscriti Rinaldi Salvagno Saccio Malfa e uno che non abbiamo riconosciuto. Anno busato il balcone che da sulla strada noi stando alletto abbiamo chiesto chi era loro anno risposto siamo la polizia aprite: mio frattelo e andato al balcone a chiedere cosa desiderassero: noi non vogliamo voi vogliamo vostra madre risposero, mia madre credendo che fosse una informazione riguardo suo fratello Breggè Alvise comandante della 4° brigata Garibaldi ora morto vittima dei tedeschi è andata aprire loro entrarono come se la mia casa fosse una casa d’assassini coi mitra puntati mia madre a presso paura e allora intervenni io e le dissi se per una informazione era il modo di spaventare la gente che potevano anche venire quando eravammo alzati loro mi hanno detto se non tacio mi caciano dentro al fresco. Mi chiesero dove fosse mio frattelo e le dissi in mal modo dove volete che sia mio frattelo non è mica un assassino che stia fuori alla notte e allora Sacco col mitra in mano è andato in camera e le a ordinato di vestirsi lui senza nessuna resistenza si è vestito quando fu in casa le chiesero i documenti, lui li mostrò tutti anche quelli che era fare servizio per i tedeschi, loro dissero seguitemi, pensate voi mia madre in che disperazione. Io non più capace di tacere le dissi che come accompagnava via mio frattelo andavo via anch’io e che quello non era il modo di lasciare una famiglia senza padre e che erano dei villi. Loro mi dissero che andassi alle 8 in caserma, non potevo più resistere dal dolore vedendo mia madre in lagrime mi vestii e andai in caserma mi venne aprire Aldo Ferratto io tutta in lagrime li chiesi il motivo che l’anno portato qui lui mi disse che mio fratello era iscritto alla Brigata Garibaldi, voi siete pazzo mio fratello non è di nessuna Brigata, è inutile che ti scaldi tanto qui ce la lista che parla. E la sera dello stesso giorno hanno portato a Padova in casa pena sotto la SS tedesca, dopo 15 giorni un signora venuto da Padova mi ha detto che partiamo subito perché i Garibaldini portato (?) noi siamo partite e mia madre e andata in caserma a dire che voleva suo figlio perché era innocente e che erano loro dei vigliacchi e allora Curzio la presa e le a datto tante botte e poi la messa in cella e lanno tenuta 24 ore e dal giorno 18 ottobre abiamo ricevuti solamente una lettera in data del 25 dicembre e da allora non sapiamo più niente e per questo chiedo e voglio Giustizia. Mi firmo sorella e madre del Garibaldini Breggè Italia Bottaro Leonida

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