CORTE D’ASSISE SEZIONE SPECIALE DI PADOVA VERBALE di costituzione definitiva della Corte d’Assise Sez. Speciale e successivo dibattimento L’anno 1947 il giorno 13 del mese di Febbraio alle ore 9 ¼ nella sede della Corte d’Assise di Padova e nella sala destinata ai pubblici dibattimenti della Corte stessa. Il Presidente della Corte d’Assise Sezione Speciale di Padova, in persona dell’Ill.mo Sig. Dr. Comm. Orazio di Mascio assistito dal Cancelliere Sig. Attilio Babolini annunziato dall’Ufficiale Giudiziario di servizio Amoroso è entrato ed ha preso posto nella sala d’udienza aperta al pubblico, dove ai rispettivi posti si trovano già il Pubblico Ministero rappresentato dal Sostituto Procuratore Generale Avv. Gino Segni nonché i giudici popolari chiamati in seguito ad estrazione a prestar servizio in questa Sessione, per procedere alla costituzione definitiva della Corte d’Assise, e quindi al giudizio CONTRO Rinaldi Antonio detenuto presente. L’imputato suddetto si trova già nella sala d’udienza dove ha preso posto nel banco per essere assegnato libero nella persona, custodito dai Carabinieri assistito dal difensore Avv. Giuseppe Casalini. D’ordine del Presidente l’Ufficiale Giudiziario di servizio ha dichiarato aperta l’udienza. Quindi il Presidente, in presenza del Pubblico Ministero, dell’imputato, del difensore dello stesso, ha proceduto all’appello nominale dei sei Giudici popolari estratti a norma delle vigenti disposizioni per partecipare ala presente sessione. Di essi si sono trovati presenti i signori Minielli Enrico, Mezzalira Giovanni, Menegoni Alessandro, Baroldi Cesare, Baradello Riccardo. Non essendosi fatta alcuna dichiarazione, né proposto dal P.M. e dalle altre parti alcun motivo d’incompatibilità o ricusazione, il Presidente, ai sensi degli art. 15 e 16 del R.D. 23 marzo 1931 n. 249 ha chiamato a far parte della Corte i cinque Giudici popolari appresso indicati secondo l’ordine di loro estrazione, dichiarando definitivamente costituito il Collegio dai Signori 1. Dr. Comm. Orazio Di Mascio Presidente della Corte; 2. Dr. Cav. Adolfo Martino, Giudice a laeare; 3. Minielli Enrico Giudice popolare; 4. Mezzalira Giovanni Giudice popolare; 5. Menegoni Alessandro Giudice popolare; 6. Baraldi Cesare Giudice popolare; 7. Baradello Riccardo Giudice popolare i quali prendono posto nel seggio disponendosi ai lati del Presidente. L’Ufficiale giudiziario d’ordine del Presidente procede all’appello dei testimoni, periti e interpreti, citati in conformità delle liste prodotte, e viene dato atto della non comparizione dei Scinocco (?) – Bottaro Leonida – Sattin Cesira – Rossi Alfio – Bregolini Primo. Poscia il Presidente, a norma dell’art. 142 Cod. proc. Pen. Ammonisce i testimoni, periti e interpreti presenti sulla importanza morale e religiosa del giuramento che dovranno prestare e sulel pene stabilite contro i colpevoli di falsità in giudizio. Il Presidente, a norma dell’art. 448 codice procedura penale, fa allontanare dalla sala di udienza i testi. Il Cancelliere, d’ordine del Presidente, ha dato lettura delle imputazioni attribuite al giudicabile. Dopo di che il Presidente ha dichiarato aperto il dibattimento, ed ha licenziato i Giudici popolari non chiamati a costituire il Collegio Compiute tali formalità il Presidente invita le parti a proporre le questioni preliminari di cui all’art. 479 C.P.P. ed in proposito si osserva che tanto il P.M. come la difesa fa riserva per l’audizione dei testi citati e non comparsi. Il Presidente ha interrogato l’imputato Rinaldi Antonio sulle generalità e qualità personali, ed il medesimo ha risposto di essere: detenuto presente (già in atti qualificato) (…) Il Presidente ha esposto all’imputato in forma chiara il fatto che gli è attribuito e le circostanze di esso, e lo ha invitato a indicare le sue discolpe e quanto altro ritenga utile alla sua difesa. L’imputato ha dichiarato: Io prestavo servizio al reparto materiali e fui invitato dal capitano Meneghini a recarmi nelle case dei garibaldini e invitare questi a recarsi in caserma dove il Meneghini avrebbe provveduto a richiamarli. Io non ho picchiato nessuno e chiarisco che non sono stato presente a sevizie e percosse inferte all’Alfio Rossi ma ciò l’ho saputo dopo da Curzio Raffaele maresciallo della g.n.r. Nego di aver presenziato alle percosse inferte al Sattin. A.D.R. Nulla posso dire in ordine alla rapina sofferta dal Bernardello. A.D.R. In ordine alla radio del Temporin posso dire che entrai in casa di questi e nella sala attesi il figlio, la radio non la vidi nel parlai (?), eravamo in 3 della g.n.r. con 7 (o) 8 delle bb.nn. (…) Entrare in udienza il testimone Temporini Cesare IL Sig. Presidente previa ammonizione ai sensi dell’art. 142 c.p.p. gli (…) la formula: “Consapevole della responsabilità che col giuramento assumete davanti a Dio e agli uomini giurate di dire tutta la verità e null’altro che la verità”. Il testimone, stando in piedi, a capo scoperto, pronuncia le parole: Lo giuro. Richiesto delle sue generalità risponde: Sono e mi chiamo Temporin Cesare qualif. F. 41 retro. Confermo quanto ho detto in sede istruttoria. A.D.R. Ero presente quando il Rinaldi disse che la radio doveva rimanere a disposizione del Comando, ma non ero presente quando 2 gg. Dopo questa venne riferitata (?). A tal punto l’imputato contesta: Non è vero. Il testo di rimando: Sì è vero che la radio l’avete fermata voi: quando venne in casa mia mi disse che doveva perquisire e disse che se avesse trovato armi ci avrebbe fucilati, inizio la perquisizione a metà dell’operazione smise. Non minaccio. Mio figlio fu deportato in Germania da dove tronò il 18-8-45. (…) in udienza il testimone Scarparo Enrico (…) Sono e mi chiamo: Scarparo Enrico qualificato f. 41. Confermo quanto ho già deposto in sede istruttoria. Fui arrestato dal Rinaldi, tradotto in caserma e da qui trasferito alla casa penale di Padova da dove uscii libero dopo 40 gg. Io non fui percosso, seppi solo che il garibaldino certo, dopo, fu percosso con un pugno dal Meneghini (…) Fattosi entrare in udienza il testimone Bernardini Antonio (…) Sono e mi chiamo: Bernardini Antonio qualif. f. 34. Confermo quanto ho già detto in sede istruttoria. A.D.R. Io non fui presente ai fatti, gli stessi mi sono stati riferiti poco precisamente; dalla mia vecchia madre che mi disse di non aver conosciuto nessuno, ma da quanto riferirono le sorelle Biziak gli autori sarebbero stati il Rinaldi, Curzio ed altri. A.D.R. Dopo la rapina, fu arrestato mio fratello che fu deportato in Germania da dove non tornò più. (…) Sono e mi chiamo: Fortini Virginia già qualif. f. 34. Confermo quanto ho detto in sede istruttoria. A.D.R. Sono la madre del Bernardello, vidi entrare tanta gente in casa mia, non conobbi nessuno, detti individui non avendo trovato mio figlio si diedero a saccheggiare la casa. Fattori entrare in udienza il testimone Biziak Albina (…) Sono e mi chiamo: Biziak Albina già in atti qualificata. Confermo quanto ho detto in sede istruttoria. A.D.R. Conosce l’odierno imputato il Rinaldi che quella mattina vidi assieme al Curzio passare davanti alla mia casa che dista di poco da quella del Broccadello. I due più tardi li vidi asportare della roba dalla casa dei Broccadello. A tal punto l’imputato contesta. La teste A.D.R. = Io sono sicura di aver conosciuto il Rinaldi e non mi inganno. Fattoi entrare Biziak Elda (…) Sono e mi chiamo: Biziak Elda qualif. f. 34 retro. Confermo quanto ho detto in sede istruttoria. A.D.R. Mio padre è ferroviere, il nostro casello dista circa m. 500 dalla casa del Bernardini, ed il giorno 30 maggio ho assistito mentre Rinaldi – Curzio e Rossato asportavano della roba dalla casa del Bernardini. A.D.R. La roba fu portata via in presenza dei predetti. Conosco il Riccardi per l’odierno imputato che mi si presenta e posso dire senza timore di sbagliarmi che quel giorno c’era anche lui. Fattosi entrare in udienza il testimone Sattin Bruno (…) Sono e mi chiamo: Sattin Bruno già in atti qualificato a foglio 20. Confermo quanto ho detto in sede istruttoria. A.D.R. Fui arrestato da uno della b.n.; che non era il Rinaldi, fui posto in giardini e quindi interrogato dal Rinaldi e dal Curzio. Fui legato percosso e applicata la corrente elettrica. A.D.R. Fui percosso con un legno, nervo di bue, calcio del moschetto, e mi fu applicata la corrente elettrica fino a perdere i sensi. Fui deportato in Germania da dove tornai il luglio 1945. A.D.R. In Caserma fui tenuto per ¾ d’ora e durante le sevizie portavo la giubba. Il Rinaldi litigava col Curzio perché voleva lui essere il mio seviziatore. Fattosi entrare in udienza il testimone Bregolin Primo (…) Sono e mi chiamo Bregolin Primo di Giuseppe di anni 38 nato Stanghella e res. a Monselice. Confermo la denuncia a fol. 12. Fui rastrellato nei campi nel marzo 1944 dal Rinaldi il quale era assieme ad altri, fui consegnato ai tedeschi che mi deportarono in Germania. A.D.R. Al momento del mio arresto fui percosso col calcio del mitra, fui percosso dai tedeschi, non dal Rinaldi, e perdevo sangue da tutti i lobi: A tal punto l’imputato precisa che il Bregolin fu arrestato perché colpito da mandato di cattura. Il teste A.D.R.: Io sono stato processato per furto più volte ma in quell’epoca non avevo nulla a mio carico. A tal punto la difesa chiede sia sentito il teste Di Minarello, citato, ed ammesso regolarmente. Il P.M. invece si oppone. La Corte rimette la decisione nel merito. Il Pubblico Ministero, avuta la parola, ha pronunziata la sua requisitoria concludendo. Ritenersi responsabile del reato di collaborazione e di rapina e come tale per la coll. Anni 10 per la rapina anni 5 complessivamente anni 15. Il difensore dell’imputato ha esposto la sua difesa chiedendo Insiste per l’audizione del teste a discarico Di Minarello ed in sub. Per il reato di coll. Esclusa la rapina dichiararsi estinta la pena per amnistia. L’imputato nulla ha osservato. Terminata la discussione la Corte si è ritirata nella Camera di Consiglio per deliberare la sentenza. Tornata, nella sala d’udienza, il Presidente ha dato immediata lettura pubblica udienza del dispositivo della sentenza modificata la rubrica nel senso che nel delitto di collaborazione rimangono assorbite le due altre imputazioni di sequestro di persona e di lesioni dichiara Rinaldi Antonio colpevole del delitto con il tedesco invasore e lo condanna alla pena di anni 12 di reclusione con le conseguenze di legge ed al pagamento delle spese processuali. Ordina la confisca di un terzo del patrimonio del Rinaldi. Dichiara condonati sotto le comminatorie di legge cinque anni della pena come sopra inflitta. Lo assolve dall’altra imputazione di rapina per insufficienza di prove. Di quanto sopra si è redatto il presente processo verbale che viene chiuso alle ore 12 sottoscritto come appresso. IL CANCELLIERE Attilio Babolin. IL PRESIDENTE