Archivio di Stato di Padova, Corte d’Assise Straordinaria, b. 866, fasc. sentenza n. 445 su Cursio Raffaele e Callegaro Primo, foglio 207

INTERROGATORIO DELL’IMPUTATO L’anno1946 e questo dì 29 del mese di ottobre in Padova. Avanti di Noi Dott. Avv. Dino Segni Pubblico Ministero presso la Corte Straordinaria d’Assise di Padova assistiti dal Segretario sottoscritto; E’ comparso l’imputato sottoindicato il quale viene da Noi invitato a dichiarare le proprie generalità ammonendolo dele conseguenze cui si espone chi si rifiuta di darle o le dà false. L’imputato risponde: Sono e mi chiamo Callegaro Primo, fu Domenico, già in atti generalizzato. Risponde: Come ho già detto nel mio precedente interrogatorio, ho partecipato la sera del 17 ottobre all’arresto di qualcuno dei ventinove garibaldini, e particolarmente di Gagliardo Tranquillo, Baveo Ottavio e Rebato Radames. Escludo di aver partecipato all’arresto di Dante e Luciano Girotto, e di aver in casa di costoro asportato alcunché. Escludo di aver partecipato ad una perquisizione in casa di Gioro Luigi. Non è vero che io abbia prima tentato di arrestare e il giorno dopo effettivamente arrestato Ponchia Danilo, di aver bastonato il cognato Sturaro Giuseppe e di aver asportato dall’abitazione degli stessi la somma di £ 42.000 dello Sturaro e di £ 555.000 dal Ponchia. Nego di aver arrestato o concorso ad arrestare Forlin Orlnado, di aver arrestato o ferito Capuzzo Guglielmo. La bicicletta di Roveroni Giuseppe fu da me requisita per ordine del maresciallo Cursio, su segnalazione del podestà. Non ho seviziato Bortolotto Amelia, né ho partecipato all’arresto, che mi si contesta essere avvenuto per due volte, di Girotto Clemente. Non ho fatto mai ricerche o indagini dirette alla cattura del figlio di Bernardini Lucia (?). Non sussiste che io abbia arrestato, come mi si contesta, Schivo Ettore, Sattin Rino e Pegoraro Primo. Non ho partecipato all’operazione nel quale Santi Pietro lasciò la vita. Escludo quindi in modo assoluto di averlo finito con una bomba a mano. Non ho arrestato Biasiolo Silvio. Escludo di aver detto al custode del cimitero di Monselice, quando gli ho portato il cadavere di Santi Pietro: “Mi dici che non ti porto mai niente! Hai veduto che te ne ho portato un altro?” Escludo altresì quanto afferma Callegaro Giulia e che cioè alla gente accorsa a vedere il cadavere di un giovane che era stato portato in caserma abbia detto in tono di scherno: “Questo è un porco! Lo venderemo come carna di bassa macelleria!” Escludo di aver arrestato Temporin Armando, il quale era sempre in caserma in stato di libertà. Escludo di aver seviziato alcuno con nervo di bue e noccioliera. Non ho mai neppur saputo che cinque partigiani di una brigata democristiana erano stati arrestati a Carrara San Giorgio e sottoposti a sevizie in caserma. Trattai con ogni riguardo sia la signorina Spagna che il Miotto Vittorio. Escludo di aver concorso all’operazione nella quale lasciarono la vita Carta Antonio, Meneghetti Adriano e Magarotto Aldo. Io in quell’epoca non mi trovavo neppure a Monselice, ma a Battaglia. Può deporre del mio contegno il maresciallo Barbieri. Non ho fatto che eseguire ordini superiori, senza interessarmi di politica, perché il mio livello mentale non mi consentiva di discernere in questa materia. Può altresì deporre il prof. Barbieri. Letto, conferma e sottoscrive. Callegaro Primo.

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